Col passare del tempo, la Francigena accrebbe sempre più la sua importanza, divenendo anche il fulcro di intensi scambi e commerci, oltre ad essere utilizzata da numerosi eserciti nei loro spostamenti. Fucecchio, che a questa via di pellegrinaggio deve parte del suo primo sviluppo, rientrava in quella parte di percorso che, dopo aver toccato Lucca e Altopascio, si addentrava nei boschi delle Cerbaie e superava l'Arno per proseguire, poi, in direzione di Siena e dei territori laziali.
Nelle note manoscritte di Sigerico relative all'attraversamento dell'Arno, si trovano sia "Arne Blanca" che "Aqua Nigra", rispettivamente le tappe 23 e 24 del viaggio di ritorno in Inghilterra: esse fanno riferimento all'odierna Fucecchio e al passaggio a Ponte a Cappiano. Informazioni più precise si ritrovano nel testo introduttivo della Rete museale del Valdarno di sotto, dove si legge:
Per l’attraversamento del Valdarno la via Francigena, lasciato il centro ospitaliero di Altopascio, si addentrava nei boschi delle colline delle Cerbaie, unico percorso possibile per evitare le aree umide del padule di Bientina a ovest, e di quello di Fucecchio a est. In posizione baricentrica nelle Cerbaie, Galleno, citato da Filippo Augusto di Francia di ritorno dalla terza crociata (1191), costituiva un punto di appoggio alla strada. Più a sud, il percorso transitava presso i piccoli ospedali di Santa Trinita di Cerbaia (fondato nel XII secolo) e di Malatia, noto dal XIII secolo. Da questo punto sono distinguibili due direttrici, una più antica che attraversava il fiume Usciana a Cappiano, forse l’Arno Nero citato dall’abate di Thingor (1151-1154) e da Filippo di Francia. Percorreva poi la pianura, lungo una via che con tutta probabilità traeva origine dalle sistemazioni agrarie centuriate d’età augustea, e non a caso stabilito come confine tra le comunità di Fucecchio e Santa Croce. Più tardi, alla fine del XIII secolo, tale percorso venne modificato sdoppiandolo in due tronchi: uno rettilineo diretto a Fucecchio, l’altro verso il ponte di Rosaiolo sull’Usciana. In ogni caso, si raggiungeva poi il passo d’Arno controllato dal castello cadolingio di Salamarzana, origine del comune di Fucecchio. Il successivo percorso doveva dirigersi verso l’attuale località Roffia e giungere poi al borgo di Vico Vallari (San Genesio), citato da Sigerico (990-994) e da Filippo Augusto (1191), per poi inoltrarsi nella Valdelsa.
Ad oggi, questa antica via di pellegrinaggio può essere percorsa a piedi, in auto, in bici o a cavallo: solo in Toscana si contano circa 380 chilometri di tracciato che attraversano 39 Comuni, e che permettono di riscoprire paesaggi meravigliosi e borghi ricchi di storia e cultura.
Proprio nella frazione di Galleno è stato inaugurato un percorso ciclo turistico di circa 45 km che attraversa i comuni dell'area centro sud (Fucecchio, Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto, San Miniato, Castelfiorentino, Montaione e Gambassi Terme): il viaggio nel cuore della Toscana continua.
Il tracciato alternativo alla tappa 29 della Via Francigena
Nel marzo 2021 l'Associazione Europea delle Vie Francigene ha approvato il tracciato alternativo alla tappa 29 della via Francigena, che interessa i comuni di Altopascio, Fucecchio e Ponte Buggianese e porta i pellegrini a conoscere le straordinarie aree naturalistiche di questo territorio.
Il tracciato parte infatti da Altopascio passando per la riserva naturale del Lago di Sibolla e prosegue su arginature e strade di campagna per arrivare alla Dogana del Capannone (Ponte Buggianese) da dove, costeggiando il Padule di Fucecchio, si raggiunge il ponte mediceo di Ponte a Cappiano (Fucecchio).
La variante Altopascio-Ponte Buggianese-Fucecchio è inoltre l'unica sul percorso della Via Francigena ad offrire, compatibilmente con i livelli dell'acqua, la possibilità di percorrere una parte del tracciato sui caratteristici barchini del Padule.
Scopri i racconti ispirati alle tappe regionali della Francigena sul portale di Toscana Ovunque Bella.